Porsche S4 Cabrio

 

Non tutte le auto sono uguali, alcune sono delle autentiche leggende e la Porsche 911 è sicuramente una di queste. Una vettura che, dal lontano 1963, appassiona, stupisce e conquista chiunque apprezzi la guida sportiva. L’abbiamo provata nella variante Cabrio, dotata di trazione integrale, ma soprattutto, del nuovo motore 3.0 litri biturbo, che rappresenta una svolta epocale per questo modello unico nel suo genere. Certo, rimane un 6 cilindri boxer, come vuole la tradizione, ma l’arrivo della sovralimentazione, anche per le 911 “convenzionali” è significativo almeno quanto il raffreddamento a liquido, introdotto al posto di quello ad aria, dalla 996. Così, quella che nasce come un’auto prettamente aspirata dal 1963 si converte alla sovralimentazione, fermo restando che, dal 1974 esiste una variante della 911, la Turbo appunto, a cui è riservata questa tecnologia. Bene, adesso, nella gamma della Porsche con motore posteriore, la Turbo rappresenta comunque una versione a sé stante, proposta in due varianti, con potenze superiori a quelle delle altre 911 (540 CV la Turbo e 580 CV la Turbo S), ma tutte le 911, GT3 e GT3 RS a parte, sono sovralimentate.

Diciamoci la verità, la 991 è forse la 911 più bella di tutti i tempi, levigata, tondeggiante dove serve, slanciata e presente sulla strada come poche altre. Era davvero difficile per i designer Porsche fare di meglio, per cui gli stilisti della Casa di Zuffenhausen sono intervenuti su pochi particolari per effettuare un restyling che non andasse a stravolgere i concetti stilistici di base. Quindi, il frontale con i grandi occhi è diventato più incisivo con l’andamento a V della presa d’aria centrale che sfocia verso le luci diurne a LED. Al posteriore, le spalle larghe della 911, ancora più ampie in questa variante 4S, di 44 mm, incorporano nuovi gruppi ottici, uniti nella parte superiore, quattro scarichi minacciosi, ma, soprattutto, una nuova griglia con listelli neri, che introduce un elemento retrò per richiamare la tradizione di famiglia. La capote in tessuto, con 3 elementi in magnesio ed il lunotto in vetro non altera la siluette della 911 e si può aprire rapidamente fino a 50 km/h, oppure da fermo, dal telecomando, con un’operazione altamente scenografica. Le grandi ruote da 20 pollici, le fiancate esagerate e l’altezza di 1,29 metri la rendono piantata su strada come poche altre auto e impongono sempre alcuni secondi di contemplazione prima di salire a bordo.

L’abitacolo della 911 lo riconosci subito, è quello con la strumentazione a 5 elementi con il grande contagiri al centro e l’ingresso per la chiave d’accensione a sinistra, come le auto delle mitiche 24 Ore di Le Mans dei bei tempi. Ma adesso c’è di più, il volante è simile a quello della 918 Spyder, a tre razze ed è così ben rifinito che viene subito voglia di affrontare qualche curva, ma prima c’è bisogno di familiarizzare con un nuovo strumento, l’interrutore Mode, presente sotto la razza destra, che consente di scegliere le modalità di guida. Oltre tutto, il sistema multimediale, con schermo touch da 7 pollici, funge da hotspot per connettersi alla rete, vanta anche un sistema di navigazione che sfrutta le immagini di Google Street View e c’è persino il dispositivo per la ricarica wireless nel vano portaoggetti. Lo spazio è quello di una 2+2, quindi i sedili posteriori sono più indicati per trasportare 2 bambini, ma, volendo, possono essere utilizzati per ampliare il bagagliaio, che è posizionato nella parte anteriore dell’auto ed ha una capacità di 125 litri.

Non c’è nessun’altra automobile come la 911, il motore posizionato nella zona posteriore della vettura, non centrale, come sulle sportive più estreme, ma direttamente sul retrotreno, la rende unica, anche nel comportamento dinamico. La potenza arriva istantanea alle ruote posteriori e, in uscita di curva, vola verso il rettilineo successivo con una rapidità sconcertante; ha 420 CV, ma sembra che possa contare su una potenza nettamente superiore! Merito anche della trazione integrale, che ripartisce la coppia nella maniera migliore tra [glossario:avantreno] e retrotreno, dell’asse posteriore sterzante (optional), che lavora in controfase con quello anteriore alle basse andature e in fase a quelle più elevate, per far crescere l’agilità nel misto e la stabilità alle alte velocità, e di un motore sovralimentato con 2 turbocompressori ed apertura ed alzata variabili delle valvole. La cilindrata è scesa dai 3,8 litri della Carrera 4S precedente ai 3 litri del modello attuale, ma la coppia, di 500 Nm è disponibile ad appena 1.700 giri e non va a pregiudicare l’allungo, che si spinge fino a 7.500 giri. Quindi, ogni accelerazione è un pugno nello stomaco che lascia senza fiato e non c’è nessun rimpianto verso il motore aspirato, ma la consapevolezza che si può contare su una spinta superiore fin dai regimi più bassi. Insomma, alla Porsche hanno lavorato di fino, coniugando i vantaggi della [glossario:sovralimentazione] alla spinta agli alti dei motori aspirati: il risultato è che non si vorrebbe più scendere e si tende anche ad inventarsi una scusa pur di prendere la 911 ed uscire su strada. Anche perché, con il cambio PDK a doppia frizione a 7 marce si può viaggiare nel traffico in tutta tranquillità oppure volare letteralmente da un rapporto all’altro, magari utilizzando i paddles dietro il volante in modalità manuale. Quest’ultimi non sono di grandi dimensioni, ma offrono il vantaggio di ruotare insieme al volante e questo fa la differenza nella guida impegnata. E’ il conducente a scegliere quale anima della 911 selezionare, quella confortevole, che riesce ad assorbire con tranquillità anche le buche delle strade del bel paese, magari viaggiando con la capote abbassata ed il frangivento tirato su, o quella selvaggia, con il motore che scoppietta e lancia urla minacciose quando si spinge sul gas. In fondo il bello della 911 è anche questo, quello di essere un’auto totale, non soltanto una sportiva estrema da utilizzare nel fine settimana o per qualche sortita in pista. Parlare di prestazioni è superfluo, perché i 301 km/h di velocità massima ed i 4 secondi necessari per lo scatto da 0 a 100 km/h non le rendono giustizia, mentre è più interessante notare che, se non si spinge troppo sul gas, lasciando che l’auto veleggi, sulle strade statali si possono percorrere quasi 12 km/l così come in autostrada.


Scrivici per richiedere un preventivo: