Quando si parla di una Ferrari si può cominciare da dove si vuole per descriverne l’unicità e persino ciò lo si può fare con la maniglia delle porte perché sulla 488 non serve soltanto per la sua funzione di base ma il suo profilo contribuisce a incanalare l’aria nelle due enormi bocche laterali, le quali, visivamente parlando, sono la più grande novità rispetto alla 458 Italia, i cui legami sono forti.
Dotata di un otto cilindri sensazionale, anche se non vi sono i 9.000 giri della 458 la musica non cambia, l’orchestra sarà diversa, con toni più bassi e baritonali in sostituzione delle note metalliche di un tempo ma il gusto è indubbio.
Si tratta di un’auto facile, intuitiva, disposta al perdono come pochissime altre sportive a motore centrale ma a cui bisogna sempre dare il rispetto che merita perché altrimenti Ti manda a stendere subito. L’importante è scegliere con cura la posizione del Manettino che se si sceglie bene ti si cuce addosso istantaneamente, con i suoi mille dispositivi elettronici (F1-Trac, E-Diff, Ssc 2 ecc), tutti propensi a far fare bella figura.